Imparare a programmare app per Android

di Gio Tuzzi Commenta

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Per gli appassionati di dispositivi Android, l’idea di una carriera come programmatore di app mobili non sarà certo remota. Del resto, trattandosi del sistema operativo mobile più diffuso, la domanda sicuramente non manca. Come gli altri mestieri nel campo della programmazione, anche questo richiede tanto impegno e offre ai più motivati possibilità di crescita notevoli. Vediamo allora cosa serve per diventare programmatore di app per Android.

programmare app

Imparare a programmare

Per diventare sviluppatore di app mobili è importante avere un buon livello di familiarità con la programmazione in generale. Si tratta infatti di un campo con sfide tutte sue, tra cui la grande varietà di dispositivi mobili, le ridotte dimensioni dello schermo e i processori poco potenti. I più motivati possono quindi avvicinarsi alla disciplina seguendo un un corso di informatica online come quello di aulab, che offre un’approfondita introduzione ai concetti che ogni sviluppatore deve conoscere, oltre a insegnare metodi di lavoro e le norme da seguire per scrivere codice pulito. Da lì sarà poi più agevole imparare le competenze specifiche per diventare programmatore di app per Android.

Java

Alla base della programmazione per Android troviamo Java, un linguaggio ad alto livello orientato agli oggetti. A dirla tutta non si tratta di uno dei linguaggi più semplici per i principianti, ma la sua massiccia diffusione lo rende comunque una scelta interessante. Se si vogliono creare app per Android, poi, è imprescindibile. Si può sempre sognare che questi sforzi portino, un giorno, a creare un’app che si farà notare. Chi proprio non se la senta di affrontare questa sfida può iniziare con Kotlin, un’opzione valida e leggermente più semplice da apprendere.

XML

XML è un linguaggio di markup che in alcuni aspetti è simile a HTML. Lo si utilizza spesso per trasmettere informazioni tra sistemi diversi in modo rapido, semplificando lo scambio di dati. In Android, ha la funzione di organizzare i dati e creare i layout che danno vita all’interfaccia utente. Conoscere almeno le basi di questo linguaggio, quindi, è particolarmente utile per chi voglia sviluppare app per Android.

Android Studio

Costruito basandosi su IntelliJ IDE, Android Studio è l’IDE, o ambiente di sviluppo integrato, utilizzato dai developer Android. Include tante delle funzioni comuni a molti altri ambienti di sviluppo, come strumenti di debugging e suggerimenti per il completamento automatico del codice. Le funzioni più avanzate permettono anche di controllare uso di memoria e CPU, per creare un’app che funzioni senza problemi sui dispositivi mobili.

Android SDK

Il software development kit di Android include “pacchetti” di codice, in questo caso Java, che gli sviluppatori possono utilizzare per implementare determinate funzionalità senza doverlo scrivere da zero. In Android SDK troviamo tra le altre cose librerie, uno strumento di debug, un emulatore, oltre a tutorial ed esempi per aiutare gli sviluppatori nel loro lavoro.

Database

Soprattutto per app che utilizzano grandi quantità di dati, è importante avere qualche esperienza con l’uso e la gestione di database esterni su cui appoggiarsi. Per permettere agli utenti di usare l’app anche quando non sono online, poi, bisogna saper sincronizzare il database esterno con lo spazio di archiviazione locale. 

API

Con API (application programming interface) si indicano le procedure che si possono usare per interagire con altri servizi e applicazioni, ottenendo accesso ad alcune informazioni. Nel creare un’app, per esempio, si possono utilizzare API per accedere a servizi di parti terze come mappe, calendari, contatti, previsioni meteo eccetera. Molte aziende rendono pubbliche le proprie API per semplificare il lavoro dei programmatori, che possono integrarle a seconda del bisogno.

Non c’è dubbio che, partendo da zero, acquisire le competenze necessarie per sviluppare le proprie app Android sarà un percorso impegnativo. Oltre alle già citate possibilità di carriera all’orizzonte, però, ideare e programmare un’app che risolva un problema specifico è una sfida che può dare grandi soddisfazioni. L’importante è imparare facendo, mettendo in pratica al più presto ciò che si apprende in teoria.

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